Ringraziamo dal profondo del ♥ per questo pensiero
bellissimo ed emozionante. Grazie, Mary Falcone.
Link: http://www.youtube.com/watch?v=IaBCEkKogfQ&feature=youtu.be
Missing Denise "Aiutaci a Trovarla" " Help us find her" " Nous aider à trouver." (Official Web Site/Sito Ufficiale): www.cerchiamodenise.org - www.cerchiamodenise.it (Blog Ufficiale/Official Blog): http://informazione.cerchiamodenise.it Per informazioni utili/For useful information: aiutiamo@cerchiamodenise.org - VOGLIAMO DENISE LIBERA ! VERITÀ E GIUSTIZIA!
lunedì 30 settembre 2013
martedì 24 settembre 2013
I BAMBINI VANNO TUTELATI, NO CALPESTATI! (PM)
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lunedì 23 settembre 2013
23/09/2013 - DENISE PIPITONE: RINVIATA UDIENZA PREVISTA PER OGGI. l’interrogatorio del teste sordomuto
23/09/2013 Mazara del Vallo - Oggi sono state depositate le motivazioni del Tribunale di Marsala, della sentenza con cui è stata assolta ex art. 530 comma 2 JESSICA PULIZZI (assoluzione dubitativa). Nei prossimi giorni ne avremo le copie. Vi terremo informati. Grazie #denisepipitone #pieramaggio #missing #sequestro #bambina #pieropulizzi #chilhavisto #children #disapperance #rapimento
Denise Pipitone,
l’interrogatorio del teste sordomuto rinviato
23/09/2013 - Oggi era prevista l'audizione dello
psichiatra
Il gup di
Marsala, Annalisa Amato, ha rinviato al prossimo 11 ottobre la seconda udienza
dell’incidente probatorio di Battista Della Chiave, il sordomuto di 74 anni che
ha riferito agli avvocati di parte civile di aver visto la piccola Denise
Pipitone poco dopo la sua scomparsa il primo settembre 2004, in un magazzino di
via Rieti, a Mazara del Vallo (Trapani), in braccio al nipote, Giuseppe Della
Chiave, ora indagato dalla Procura. Ma davanti al giudice, lo scorso 11 giugno,
il testimone si era avvalso della facoltà di non rispondere perché familiare
dell’indagato.
DENISE PIPITONE E L’INTERROGATORIO DEL TESTE SORDOMUTO - A
quasi tre mesi dall’assoluzione di Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise, il
caso della bambina scomparsa sarebbe dovuto approdare oggi nuovamente in
un’aula di Tribunale. Oggi era prevista l’audizione dello psichiatra Antonino
Sammartano che ha eseguito una perizia sul sordomuto, ma l’assenza di altri due
periti, Maria Giglio e Pietro Lombardo, ha fatto slittare l’udienza. Giuseppe
Della Chiave, cuoco, è l’ultimo indagato per il sequestro della minore, ma era
assente questa mattina a Palazzo di giustizia come anche lo zio, Battista.
“Sono molto tranquillo sull’esito favorevole della vicenda processuale -ha
commentato Walter Marino, legale dell’indagato- anche alla luce di quanto mi ha
riferito sulla perizia la consulente di parte Tiziana Nicolazzo”. PIERA MAGGIO A CASA - Ha scelto di non esserci oggi la madre di Denise, Piera Maggio. “La sua assenza -ha detto il suo avvocato, Giacomo Frazzitta- vale piu’ di mille presenze. Le dichiarazioni che Battista Della Chiave ha fatto a noi avvocati di parte civile -ha proseguito- sono veritiere e spontanee e noi ne siamo certi. Forse non possono avere una prosecuzione procedurale, pero’ il fatto c’è”. Piera Maggio ha già chiesto alla Procura generale della Corte d’Appello di Palermo di avocare sia l’indagine scaturita dalle dichiarazioni di Della Chiave sia quella a carico di Anna Corona, madre di Jessica. (AGI)
#denisepipitone #pieramaggio #missing #sequestro #bambina #pieropulizzi #chilhavisto #children #disapperance #rapimento
DENISE, SLITTA L`INCIDENTE PROBATORIO PER TESTIMONE
(23 Settembre 2013) L`assenza di due periti (Maria Giglio e Pietro Lombardo) ha fatto slittare all`11 ottobre l`audizione, davanti al gup di Marsala Annalisa Amato, dello psichiatra Antonino Sammartano, nominato dal giudice per riferire sulla capacità di intendere di Battista Della Chiave, il sordomuto mazarese di 74 anni che agli avvocati di parte civile aveva raccontato di aver visto la piccola Denise Pipitone, qualche ora dopo la sua scomparsa (1 settembre 2004), in un magazzino di via Rieti, a Mazara del Vallo.
La piccola, secondo il testimone, era in braccio al nipote, Giuseppe Della Chiave, che per questo è indagato per concorso in sequestro di minorenne. Lo scorso 11 giugno, però, davanti al gup Amato, nella prima udienza dell`incidente probatorio, il testimone si è avvalso della facoltà di non rispondere perchè familiare dell`indagato. All`udienza di oggi ha deciso di non essere presente Piera Maggio, madre della bambina scomparsa. Il suo legale, Giacomo Frazzitta, ha affermato: «Le dichiarazioni che Battista Della Chiave ha fatto a noi avvocati di parte civile sono veritiere e spontanee e noi ne siamo certi. Forse non possono avere una prosecuzione procedurale, però il fatto c`è».
Dell`indagine scaturita dalle dichiarazioni di Della Chiave e di quella a carico di Anna Corona, madre di Jessica Pulizzi (assolta circa tre mesi fa dal Tribunale di Marsala con la formula del secondo comma dell`articolo 530 del codice di procedura penale), Piera Maggio ha già chiesto l`avocazione alla Procura generale della Corte d`Appello di Palermo. (Fonte: Gds)
venerdì 20 settembre 2013
IL DIRITTO DI GRIDARE: “MOSTRO !”
IL DIRITTO DI GRIDARE: “MOSTRO !” http://www.cerchiamodenise.it/associazione/gridaremostro.pdf
Ci sono reati che vengono commessi contro la persona. E sono gravi.
Ma ci sono azioni che pur danneggiando una o più specifiche persone,
sono da considerare reati contro l’umanità.
Tutto ciò per la gravità e l’efferatezza che li caratterizza.
Non è necessario essere un dittatore di qualche sperduto paese per
commettere questo tipo di reati.
Basta agire e pensare contro il senso proprio dell’esistenza di un altro
individuo, senza rispetto per la dignità della persona e per il diritto alla vita.
E se l’individuo danneggiato è un bambino indifeso, non esiste più alcuna
attenuante per chi ha commesso questo atto ignobile.
La vergogna profonda del nostro silenzio è il male del nostro tempo,
perché le nostre città sono culla di mostri senza pietà, rigidamente freddi
nel perseguire il loro intento criminale, e spietati nelle loro azioni.
Non importa che dall’altra parte vi sia una vittima innocente, l’importante
per queste non-persone è soddisfare il loro smisurato bisogno di vendetta e
di orrore.
E nessuno ha il coraggio di dire basta, perché se si leva la protesta, giusta
e sensata, la comune codardia leva la sua voce ancora più cinica e
insensata: “è un fatto che riguarda loro, la loro famiglia, ecco perché è
successo”.
E così di famiglia in famiglia, i mostri vagano indisturbati, rubando e
uccidendo, senza alcun freno né morale, perché essi sono disumani, né
materiale, perché tanto “sono questioni private”.
E così è normale che una ragazza si liberi della sorellina sgradita, magari
perché è figlia di un’altra madre. Appunto… si tratta solo di “questioni nella
famiglia”.
Così tacitiamo la nostra paura di venire un giorno coinvolti in questi sgraditi
affari, perché noi siamo “diversi” da “quelle famiglie là”.
Ci sentiamo immunizzati contro il male, protetti dallo scudo del nostro buon
senso e dalle nostre più che riconosciute “buone frequentazioni”.
Ecco perché i mostri esistono. Perché non li vogliamo vedere.
Possiamo convivere con l’idea che i mostri possono colpire anche noi?
Possiamo accettare la nostra fragilità di fronte al male ignobile che pervade
la loro logica incoscienza?
Noi rivendichiamo il diritto di esprimere la nostra paura. La nostra voce si
leva per focalizzare il punto di origine che determina il male che a noi
perviene.
E’ un invito rivolto a chiunque, un appello al senso della libertà e della
giustizia: non abituiamoci ai mostri.
Quando ne riconosciamo uno, abbiamo il coraggio di gridare: “mostro!”.
Perché forse, oltre a noi, anche qualcun altro potrà vederlo.
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Ci sono reati che vengono commessi contro la persona. E sono gravi.
Ma ci sono azioni che pur danneggiando una o più specifiche persone,
sono da considerare reati contro l’umanità.
Tutto ciò per la gravità e l’efferatezza che li caratterizza.
Non è necessario essere un dittatore di qualche sperduto paese per
commettere questo tipo di reati.
Basta agire e pensare contro il senso proprio dell’esistenza di un altro
individuo, senza rispetto per la dignità della persona e per il diritto alla vita.
E se l’individuo danneggiato è un bambino indifeso, non esiste più alcuna
attenuante per chi ha commesso questo atto ignobile.
La vergogna profonda del nostro silenzio è il male del nostro tempo,
perché le nostre città sono culla di mostri senza pietà, rigidamente freddi
nel perseguire il loro intento criminale, e spietati nelle loro azioni.
Non importa che dall’altra parte vi sia una vittima innocente, l’importante
per queste non-persone è soddisfare il loro smisurato bisogno di vendetta e
di orrore.
E nessuno ha il coraggio di dire basta, perché se si leva la protesta, giusta
e sensata, la comune codardia leva la sua voce ancora più cinica e
insensata: “è un fatto che riguarda loro, la loro famiglia, ecco perché è
successo”.
E così di famiglia in famiglia, i mostri vagano indisturbati, rubando e
uccidendo, senza alcun freno né morale, perché essi sono disumani, né
materiale, perché tanto “sono questioni private”.
E così è normale che una ragazza si liberi della sorellina sgradita, magari
perché è figlia di un’altra madre. Appunto… si tratta solo di “questioni nella
famiglia”.
Così tacitiamo la nostra paura di venire un giorno coinvolti in questi sgraditi
affari, perché noi siamo “diversi” da “quelle famiglie là”.
Ci sentiamo immunizzati contro il male, protetti dallo scudo del nostro buon
senso e dalle nostre più che riconosciute “buone frequentazioni”.
Ecco perché i mostri esistono. Perché non li vogliamo vedere.
Possiamo convivere con l’idea che i mostri possono colpire anche noi?
Possiamo accettare la nostra fragilità di fronte al male ignobile che pervade
la loro logica incoscienza?
Noi rivendichiamo il diritto di esprimere la nostra paura. La nostra voce si
leva per focalizzare il punto di origine che determina il male che a noi
perviene.
E’ un invito rivolto a chiunque, un appello al senso della libertà e della
giustizia: non abituiamoci ai mostri.
Quando ne riconosciamo uno, abbiamo il coraggio di gridare: “mostro!”.
Perché forse, oltre a noi, anche qualcun altro potrà vederlo.
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martedì 17 settembre 2013
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domenica 15 settembre 2013
domenica 1 settembre 2013
DENISE: APPELLO ALLA SANTA SEDE PER INIZIATIVE DI RICERCA
Mazara del Vallo, 1’ Settembre 2013. Sono trascorsi nove anni dal sequestro della piccola Denise, e la madre, Piera Maggio, lotta per il ritorno a casa della figlia scomparsa: “Da oggi qualcosa cambia in me, e nel mio modo di esprimermi pubblicamente. Sono in attesa delle motivazioni della sentenza di primo grado, pronta ad impugnarla… credo che ormai non sia più necessario fornire ulteriori prove o spiegazioni. Per chi segue da anni questa vicenda non vi sono fatti poco chiari. Semmai in passato avessi potuto avere dubbi (e non ne avevo) oggi ho solo certezze. E come me tutte le persone, i cittadini perbene, che hanno la consapevolezza dei fatti avvenuti, anche se nessuno ancora lo può rendere manifesto”. Nel frattempo viene lanciata una pubblica iniziativa rivolta alla Santa Sede, a quel papa Francesco che tanto ha fatto parlare di sé per la grande capacità di comunicare con i fedeli. Piera Maggio scrive una lettera in Vaticano: “Chiedo al nostro Papa di intervenire direttamente per favorire tutte quelle iniziative (vd. Bruxelles, n.d.r.) per la ricerca dei minori scomparsi che attendono solo una forte spinta per poter essere avviate. Al suo spirito di uomo magnanimo e gentile, che tanto ha a cuore i bambini, mi rivolgo per un incontro propositivo. Quando ci sono in gioco le vite dei bambini l’ “ORA” cede il passo al “LABORA". Sono certa che Papa Francesco potrà capire le mie parole e la necessità di fare qualcosa.
Ufficio Pubblica Informazione
Associazione Cerchiamo Denise
ufficiostampa@cerchiamodenise.it