(CHI FU' ALL'EPOCA DEI FATTI IL DIFENSORE DI ALBERTO DI PISA? VI INVITIAMO A CERCARLO SUL MOTORE DI RICERCA)
11 gen 2010 pubblicato su: Castelvetrano Selinunte - News Blog
Caso
Di Pisa, ecco cosa aveva detto Salvatore Borsellino - Il procuratore
di Marsala, Alberto Di Pisa, ha chiesto un risarcimento danni di 250
mila euro a Salvatore Borsellino, che avrebbe pronunciato parole lesive della sua onorabilità in un incontro pubblico.
“Avrebbe
espresso giudizi critici nei confronti del procuratore Di Pisa – si
legge in un comunicato Ansa del 7 gennaio – ricordando che era stato
accusato di essere il “corvo” di Palermo, ossia l’autore delle lettere
anonime circolate nell’ estate del 1988. Di Pisa fu poi assolto ma,
secondo Salvatore Borsellino – prosegue l’agenzia di stampa – le
valutazioni da lui espresse nei confronti sia del fratello sia di
Giovanni Falcone richiamavano alcuni passi degli anonimi. Per questo il
magistrato non avrebbe le carte in regola per occupare, secondo
Salvatore Borsellino, il posto che fu del fratello”.
Si
tratta in realtà dell’Information Day, svoltosi a Marsala il 26 aprile
scorso, durante il quale Salvatore Borsellino sottolineò l’inopportunità
della figura di Di Pisa a capo della Procura di Marsala, un tempo retta
dal fratello Paolo Borsellino. Ma non è affatto vero che, come dice
l’Ansa, secondo Salvatore Borsellino, il magistrato non avrebbe le carte
in regola per occupare quel posto soltanto perché avrebbe espresso
delle valutazioni nei confronti di Falcone e Borsellino che richiamavano
alcuni passi degli anonimi. Salvatore Borsellino, premettendo un
onestissimo “secondo me”, motivò invece l’inopportunità di Di Pisa con
delle argomentazioni molto precise, peraltro di pubblico dominio da
anni.
Ecco le parole precise di quella parte di intervento alla base della richiesta di risarcimento:
“Oggi purtroppo questa Procura è retta da una persona che secondo me non è degna”.
“Il
Csm avrebbe dovuto fare pulizia al suo interno, non permettendo al
giudice Di Pisa di venire a reggere la Procura di Marsala. È
assolutamente un’ignominia il fatto che oggi, una persona che è stata
sospettata di essere il corvo di Palermo, quindi di aver scritto delle
lettere anonime dove sosteneva che Falcone aveva utilizzato Contorno per
fare uccidere quelli della famiglia di Riina… cioè una persona che è
stata sospettata di questo, ma non solo che è stata sospettata di
questo…
Nel
Processo di primo grado Di Pisa era stato condannato perché era stato
utilizzato il fatto che un’impronta su una lettera del corvo che era
pervenuta, che tra l’altro credo che fosse su carta intestata del
Ministero della Giustizia o del Ministero dell’Interno, conteneva una
sua impronta. L’impronta era stata riconosciuta come impronta di Di
Pisa. Nel Processo di secondo grado non si è potuta adoperare questa
prova perché è stato detto che era stata prelevata con metodi non
canonici, nel senso praticamente che, se ben ricordo, era stato Sica che
l’aveva prelevata, offrendo una tazza di caffè al giudice e in questa
maniera si era potuto identificare, altrimenti Di Pisa avrebbe dovuto
dare volontariamente la propria impronta, cosa che non ha fatto.
Quindi
non essendosi potuta utilizzare questa prova, Di Pisa è stato assolto
in secondo grado, non solo, ma il Pubblico Ministero ha omesso di fare
ricorso in Cassazione e di conseguenza la sentenza è passata in
giudicato. Il Pubblico Ministero che ha omesso di fare questo ricorso in
Cassazione poi evidentemente ha fatto carriera politica, perché è
diventato prima consigliere del Pdl e poi, tramite altri passaggi è
diventato sottosegretario alla Giustizia e così via. Allora, anche in
questo caso siamo nelle stesse condizioni: una persona non è stata
condannata perché non si sono potute adoperare delle prove, però era
stato accertato che quell’impronta era di Di Pisa. Allora il Csm avrebbe
dovuto fare pulizia al proprio interno e far sì che oggi Di Pisa non
sedesse a capo della Procura che era stata di Paolo Borsellino. Invece è
quello che è successo.”
Il
punto non è stabilire se queste parole possano essere o no lesive
dell’onorabilità del Di Pisa, ma se siano vere oppure no. Purtroppo sono
vere. Se poi una persona deve essere punita solo per aver detto la
verità, peraltro già nota da tempo, ci ritroveremmo davvero in pieno
bavaglio da regime. Fonte:
http://www.castelvetranoselinunte.it/caso-di-pisa-ecco-cosa-aveva-detto-salvatore-borsellino/3823/
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