Denise Pipitone: Due nuovi testimoni mettono nei guai Jessica Pulizzi
Sì, il giorno in cui è scomparsa Denise Pipitone io ero con mia sorella, Jessica Pulizzi. Siamo andate prima al laboratorio di analisi cliniche, poi a comprare una giacca, al centro commerciale, e infine siamo andate al mercatino per comprare un panino”. Queste sono le parole pronunciate durante il suo ultimo interrogato- rio, nel 2012, da Alice Pulizzi, 22 anni, una delle due sorellastre della piccola Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa dalla sua casa di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, il primo settembre del 2004. Alice, già indagata per false dichiarazioni, con queste parole aveva scagionato di fatto la sorella maggiore Jessica Pulizzi, 27 anni, la sospettata numero uno per la scomparsa della piccola Denise. ALICE HA ASSISTITO AL RAPIMENTO? Nei confronti di Jessica, già assolta in primo grado, è in corso proprio in questi giorni il processo dAppello. Secondo l'ipotesi degli inquirenti, Jessica avrebbe partecipato al rapimento della bimba, spinta da una profonda gelosia nei confronti del padre, Pietro Pulizzi, 56 anni, che aveva avuto Denise dalla relazione con un’altra donna, Piera Maggio, 42 anni. In sostanza, Jessica non sopportava l’idea che il padre avesse avuto un altra figlia da una nuova donna e per questo si sarebbe vendicata facendo sparire per sempre la bambina. Ma ecco la novità: i giudici vogliono ascoltare di nuovo Alice Pulizzi, la sorella minore di Jessica, più volte caduta in contraddizione durante l’ultimo interrogatorio. Il sospetto è che Alice, avendo trascorso l’intera giornata con Jessica, possa avere assistito al rapimento o addirittura esserne complice. La ragazza, dunque, verrà riascoltata nei prossimi giorni e le sue parole potrebbero portare il caso a una definitiva svolta. Queste, naturalmente, sono soltanto ipotesi, perché Alice Pulizzi si è sempre detta estranea alla vicenda. D’altra parte, a chiamarla in causa, suo malgrado, era stata proprio Jessica, che in una famosa intercettazione dell’11 settembre 2004 all’interno del commissariato di polizia di Mazara, disse alla madre: «Quando ero con Alice… l’ho presa e a casa gliel’ho portata». Alice, alle domande dei giudici, aveva risposto di avere sentito per la prima volta questa frase mentre guardava un telegiornale. E aveva aggiunto: «Non ho idea di che cosa si stesse parlando. Non so proprio a cosa si riferisse mia sorella». Quindi Alice, secondo l’accusa, tenne a precisare di aver condiviso tutta la giornata con la sorella Jessica, salvo poi evitare di raccontare i particolari del sequestro. È andata davvero così? Sarà lei a condurci alla verità? Oppure non centra nulla? «I CARABINIERI ERANO STATI INGANNATI» La testimonianza di Alice Pulizzi non è l’unica che potrebbe inchiodare la sorellastra Jessica. Nei prossimi giorni, infatti, verranno riascoltati anche il superpoliziotto e consulente dell’accusa, Gioacchino Gen- chi, e uno dei carabinieri che il primo settembre 2004 andò nella casa di Anna Corona, 50 anni, madre di Jessica e Alice, per un primo sopralluogo dopo la scomparsa. Quell’ispezione, ricorderete, avvenne a casa di una vicina al piano sottostante e non a casa della Corona, come confermato nel verbale pubblicato per la prima volta da Giallo nelle scorse settimane. Non sarà più ascoltato, invece, Battista Della Chiave, 75 anni, l’uomo sordomuto che disse di aver visto la piccola Denise, poco dopo il rapimento, entrare in un magazzino di Mazara in braccio a suo nipote, Giuseppe Della Chiave. In attesa di una svolta, Piera Maggio, la mamma di Denise, ci crede ancora e dice: «Questo nuovo processo ci può aiutare a chiarire tanti aspetti che sono ancora da capire. Spetta ai giudici, adesso, capire come sono andate davvero le cose e decidere. Io ho fiducia» Fonte: Settimanale Giallo 22/5/2014
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