mercoledì 20 febbraio 2013

Caso Denise. La difesa di Jessica Pulizzi, tra galline, mercatini e analisi cliniche.

Caso Denise. La difesa di Jessica Pulizzi, tra galline, mercatini e analisi cliniche.
Dopo l’intercettazione di alcuni anni fa, che permise con un blitz delle forze dell’ordine di scoprire ....una pianta morta, ora tocca alle galline entrare nella dolorosissima vicenda della scomparsa di Denise Pipitone. Che fine avrà fatto il pennuto? No, non è uno scherzo. Davvero se lo saranno chiesti in molti, ieri, alla fine dell'udienza del processo che si tiene a Marsala.

Sembra assurdo, ma durante l'esame di Jessica Pulizzi - sorellastra della piccola Denise e imputata in questo procedimento giudiziario - cronisti, pubblico, avvocati, pubblici ministeri e Tribunale sono rimasti con il "giallo" irrisolto del pennuto. L'episodio in questione riguarda una frase intercettata a bordo dello scooter di Jessica Pulizzi il 14 dicembre 2004, quando lei assieme al suo amico ed ex fidanzato Fabrizio Foggia si stanno recando presso la villetta di un amico. Arrivati in quella casa di campagna, i due parlano tra di loro e il Foggia dice a Jessica: "Ora v'ammazzu a tutti... e anche d'errore ci l'ammazzasti a chidda". Su questa frase, letta prima dal Pm e sulla quale ritorna anche l'Avv. di parte civile Frazzitta e infine lo stesso Tribunale, Jessica Pulizzi risponde dicendo che il Foggia si riferiva a delle galline che si trovavano nel recinto di quell'abitazione, e che lei scavalcando il muretto di recinzione si sarebbe trovata sotto dei volatili che potevano essere schiacciati.

Frazzitta ha fatto presente che in base alle trascrizioni, la frase viene detta prima che lei scavalcasse il muretto e schiacciasse il pennuto, ma l'imputata ha ribadito che quella frase è stata pronunciata mentre stava scendendo. Si è difesa Jessica Pulizzi, ribadendo più volte che lei non c'entra nulla con la scomparsa di Denise. Rispondendo alle domande del Pm, ha detto che a settembre 2004 non era a conoscenza che suo padre era il papà di Denise, affermando comunque di avere saputo da una conoscente incontrata in ospedale di avere avuto una sorellina. Dopo quell'episodio Jessica chiese spiegazioni al padre che, secondo le sue dichiarazioni, le ha negato di avere avuto una figlia, giurando su di lei e sulla sorella Alice. Solo in commissariato e dopo la scomparsa di Denise, viene a conoscenza che quella bambina è sua sorella. Molte le contraddizioni in cui è caduta l'imputata. Alcune riguardano delle frasi che l'accusa e la parte civile con i verbali alla mano gli contestano.

La prima: "Io a casa ci la purtai" che Jessica dichiara di non aver mai detto. Ed ancora: "Nun ci lu ricu dunne a mise" e "A picciridda asciddricò". Si è difesa Jessica Pulizzi, negando di aver preso Denise la mattina del 1° settembre 2004. Risulta poco chiara però la ricostruzione di quella mattinata. Jessica dice di essere stata, prima dal meccanico per fare il tagliando al motorino, di essere tornata a casa e di essere andata con la sorella Alice a fare un prelievo del sangue in un centro di analisi. Su questo punto il PM le contesta il fatto che non risulta nessun rimborso per quella prestazione sanitaria. E alla domanda successiva del PM, che le chiede se ricorda di aver tenuto i risultati di quegli esami, Jessica ha detto di non ricordarlo. Successivamente dice di essere andata al mercatino e dopo all'Istituto Commerciale. Anche qui una contestazione, secondo la quale nel verbale del 30/03/2005 Jessica affermava di essersi recata prima all'Istituto Commerciale e dopo al mercatino.

Altra domanda del PM e altro imbarazzo arrivano quando viene chiesto come mai non ha parlato di questi spostamenti del 1° settembre 2004 negli interrogatori del 2 e 3 e lo fa solo l'11 di settembre. La Pulizzi risponde che si era chiusa in se stessa per le accuse che gli inquirenti gli muovevano e solo l'11 ha capito che era meglio raccontare la verità, per dire che lei non c'entrava nulla con la scomparsa di Denise. Molti non so e non ricordo, tante negazioni e altrettante contraddizioni hanno caratterizzato l'esame della Pulizzi. Un fatto del tutto inedito è emerso dalla deposizione, quando, rispondendo alle domande dell'Avv. Frazzitta, Jessica Pulizzi dice di aver pensato che il padre poteva essere il responsabile della scomparsa di Denise perché era l'unica persona che cercavano i poliziotti nell'immediatezza.

"Ha perso un'occasione per dire la verità. Le sue giustificazioni sono poco credibili, e i tanti fatti discordanti venuti oggi alla luce confermano le bugie dette sin dall'inizio". Così Piera Maggio ha commentato le parole di Jessica Pulizzi. Rilasciando le dichiarazioni ai giornalisti, la mamma di Denise ha voluto inoltre sottolineare il fatto che la Pulizzi non ha mai avuto il coraggio di guardare la foto di sua figlia che l’avv. Frazzitta le ha fatto porre dinanzi, e come non sia mai riuscita nemmeno una volta durante tutta l’udienza a pronunciare il nome Denise. La prossima udienza è stata fissata il 26 febbraio alle ore 9.00. ( Fonte:marsala.it)

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