sabato 21 giugno 2014

PIERA MAGGIO: IL DIRITTO DI GRIDARE: “MOSTRO !”


IL DIRITTO DI GRIDARE: “MOSTRO !” Ci sono reati che vengono commessi contro la persona. E sono gravi. Ma ci sono azioni che pur danneggiando una o più specifiche persone, sono da considerare reati contro l’umanità. Tutto ciò per la gravità e l’efferatezza che li caratterizza. Non è necessario essere un dittatore di qualche sperduto paese per commettere questo tipo di reati. Basta agire e pensare contro il senso proprio dell’esistenza di un altro individuo, senza rispetto per la dignità della persona e per il diritto alla vita. E se l’individuo danneggiato è un bambino indifeso, non esiste più alcuna attenuante per chi ha commesso questo atto ignobile. La vergogna profonda del nostro silenzio è il male del nostro tempo, perché le nostre città sono culla di mostri senza pietà, rigidamente freddi nel perseguire il loro intento criminale, e spietati nelle loro azioni. Non importa che dall’altra parte vi sia una vittima innocente, l’importante per queste non-persone è soddisfare il loro smisurato bisogno di vendetta e di orrore. E nessuno ha il coraggio di dire basta, perché se si leva la protesta, giusta e sensata, la comune codardia leva la sua voce ancora più cinica e insensata: “è un fatto che riguarda loro, la loro famiglia, ecco perché è successo”. E così di famiglia in famiglia, i mostri vagano indisturbati, rubando e uccidendo, senza alcun freno né morale, perché essi sono disumani, né materiale, perché tanto “sono questioni private”. E così è normale che una ragazza si liberi della sorellina sgradita, magari perché è figlia di un’altra madre. Appunto… si tratta solo di “questioni nella famiglia”. Così tacitiamo la nostra paura di venire un giorno coinvolti in questi sgraditi affari, perché noi siamo “diversi” da “quelle famiglie là”. Ci sentiamo immunizzati contro il male, protetti dallo scudo del nostro buon senso e dalle nostre più che riconosciute “buone frequentazioni”. Ecco perché i mostri esistono. Perché non li vogliamo vedere. Possiamo convivere con l’idea che i mostri possono colpire anche noi? Possiamo accettare la nostra fragilità di fronte al male ignobile che pervade la loro logica incoscienza? Noi rivendichiamo il diritto di esprimere la nostra paura. La nostra voce si leva per focalizzare il punto di origine che determina il male che a noi perviene. E’ un invito rivolto a chiunque, un appello al senso della libertà e della giustizia: non abituiamoci ai mostri. Quando ne riconosciamo uno, abbiamo il coraggio di gridare: “mostro!”. Perché forse, oltre a noi, anche qualcun altro potrà vederlo. 21-07-2009  (PM)


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