martedì 11 aprile 2017

DENISE PIPITONE: BRANI DELLA SENTENZA DI APPELLO, OGGETTO DI IMPUGNAZIONE IN CASSAZIONE DA PARTE DELLA PROCURA DI PALERMO E DELLE PARTI CIVILI.

 (1) DALLA PAGINA FB, DELL'AVV. FRAZZITTA 22/03/2017

Caso Denise, da oggi inizieremo a postare brani della sentenza di Appello oggetto di impugnazione in Cassazione da parte della Procura Generale di Palermo e delle parti civili.
Capitolo: "Il Movente
Il Movente con riguardo al sequestro della minore Denise Pipitone a carico dell’imputata Pulizzi è stato accertato ed è “senza ombra di dubbio” ritenuto sussistente (cfr. paragrafo “Movente”) per cui la Corte di appello sostiene che “il movente dell’azione accertato è valido, non necessariamente per un sequestro di persona potendo configurarsi, anche, quale movente per l’eliminazione fisica della minore, frutto di una relazione illegittima e, per ciò stessa, sbagliata, che doveva essere rimosso chirurgicamente con il ripristino dell’ordine violato;” (Cfr. fg. 33-34 Mot. Sent.).

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(2) DALLA PAGINA FB DELL'AVV. FRAZZITA 24/03/2017 

Caso Denise: altro brano della sentenza di secondo grado e rilievi critici della difesa di parte civile :
" Ecco cosa scrive la Corte con riguardo alle dichirazioni mendaci di Jessica Pulizzi : "L'imputata certamente mentì, ma tali menzogne possono trovare spiegazione, soprattutto avuto riguardo alla immaturità della dichiarante diciassettenne ed ai risvolti psicologici e familiari della scomparsa di Denise Pipitone, nell'intento della medesima di non avere più nulla a che fare con quella indagine e di non volere più essere contatta dagli investigatori e quindi con la irritazione ed il "fastidio" ben espressi nella conversazione dell'11.9.04 alla madre " . ( cfr. sent. fg. 78-79)
Secondo il proposto ragionamento tutti i procedimenti possono risolversi con un' assoluzione, poichè, tutti coloro che mentono agli inquirenti, hanno "fastidio", ma gli argomenti si caratterizzano per una forte contraddizione endogena, infatti, regola di esperienza vuole che chi è coinvolto direttamente in una vicenda ha, sicuramente, motivo di mentire, ma, soprattutto, se un soggetto non vuole avere ancora altri contatti con le forze dell'ordine, appare necessario che dica la verità, anche su piccole questioni come il numero telefonico, poiché non vi è chi non veda, e sappia, ancorché diciassettenne, che se, successivamente, quel numero sarà scoperto dagli inquirenti, questi riconvocheranno, nuovamente la persona per capire il motivo per cui ha mentito .
Dunque il diverso approccio che deve connotare il procedimento inferenziale da compiersi impone, una rilettura e rivisitazione di tutte le evidenze disponibili, sulla base di ragionamenti che poggino su dati di fatto epistemici e non si aggroviglino in mere congetture alternative e avulse dalle regole del codice e di esperienza ."

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 (3) DALLA PAGINA FB DELL'AVV. FRAZZITA 27/03/2017 

Caso Denise: Secondo quanto affermato dalla Corte : "Gli elementi dotati di maggiore significatività probatoria sono senz'altro quelli tratti dai dialoghi oggetto di captazione e tuttavia anch'essi non hanno raggiunto quel grado di gravità e precisione necessario al raggiungimento di una pronuncia di colpevolezza" ( Cfr. sent. fg. 79 )
Tuttavia, seppur con uno sforzo, la Corte approda alla condivisione di una interpretazione: " Pertanto, delle due interpretazioni sopra proposte, appare più coerente intrinsecamente quella prospettata dalla pubblica accusa secondo la quale l'imputata non sarebbe più stata in grado di sostenere psicologicamente la pressione delle domande della madre ed avrebbe, allora, improvvisamente ceduto, confessando il delitto, a voce bassa in modo da non poter essere captata da un'eventuale microspia ;
confessione alla quale la madre avrebbe reagito con eccezionale quanto inusitata "prontezza" , con quell'immediato " va boh" che sarebbe riuscito - forse unitamente a gesti o sguardi intercorsi tra le due che non stati ripresi, in assenza di video camera - a fare riprendere la figlia per continuare il dialogo normalmente" ( Cfr. sent. fg. 133)

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(4) DALLA PAGINA FB DELL'AVV. FRAZZITA 29/03/2017

Caso Denise : Perlustrazione dell'abitazione sbagliata a poche ore dal sequestro di Denise :
"Ciò che rileva, sotto questo profilo è che la Corte afferma- contrariamente a quanto stabilito nella sentenza di primo grado - che “gli operanti erano proprio alla ricerca della bambina quando si recarono a casa della Corona e solo secondariamente del Pulizzi che, come detto, ben avrebbero potuto subito contattare telefonicamente“ ( Cfr. sent. fg. 62-63 ) prosegue spingendosi a dire che “ è stato provato che il Di Girolamo e gli altri operanti furono fatti accomodare, su espressa o tacita indicazione della Corona, che non palesò di abitare al secondo piano ove lo stesso Di Girolamo, dopo aver prospettato che era scomparsa la figlia del suo ex marito, chiese di fare “un giro” per gli ambienti della casa, cui la Corona non oppose la verità del proprio domicilio, sito invece al secondo piano “. ( cfr. sent. fg. 63)
Ergo, sulla certezza dell’evento riguardante l’erronea perlustrazione della casa da parte delle forze dell’ordine, due ore dopo il sequestro di Denise, vi è un grado indiziario al di là di ogni ragionevole dubbio a carico, certamente, della Corona, ma anche delle figlie che erano presenti al fatto.
A tal riguardo, la Corte arriva ad affermare senza smentita che : “ Possono darsi due spiegazioni all’episodio della perlustrazione nell’abitazione sbagliata da parte degli operanti : o la Corona sapeva già cosa avevano fatto le figlie o in quel preciso momento lo sospettò” .( Cfr. sent. fg. 64)"

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