Caso Denise. La difesa di Jessica Pulizzi, tra galline, mercatini e analisi cliniche.
Dopo l’intercettazione di alcuni anni fa, che permise con un blitz
delle forze dell’ordine di scoprire ....una pianta morta, ora tocca alle
galline entrare nella dolorosissima vicenda della scomparsa di Denise
Pipitone. Che fine avrà fatto il pennuto? No, non è uno scherzo. Davvero
se lo saranno chiesti in molti, ieri, alla fine dell'udienza del processo che si tiene a Marsala.
Sembra assurdo, ma durante l'esame di Jessica Pulizzi - sorellastra
della piccola Denise e imputata in questo procedimento giudiziario -
cronisti, pubblico, avvocati, pubblici ministeri e Tribunale sono
rimasti con il "giallo" irrisolto del pennuto. L'episodio in questione
riguarda una frase intercettata a bordo dello scooter di Jessica Pulizzi
il 14 dicembre 2004, quando lei assieme al suo amico ed ex fidanzato
Fabrizio Foggia si stanno recando presso la villetta di un amico.
Arrivati in quella casa di campagna, i due parlano tra di loro e il
Foggia dice a Jessica: "Ora v'ammazzu a tutti... e anche d'errore ci
l'ammazzasti a chidda". Su questa frase, letta prima dal Pm e sulla
quale ritorna anche l'Avv. di parte civile Frazzitta e infine lo stesso
Tribunale, Jessica Pulizzi risponde dicendo che il Foggia si riferiva a
delle galline che si trovavano nel recinto di quell'abitazione, e che
lei scavalcando il muretto di recinzione si sarebbe trovata sotto dei
volatili che potevano essere schiacciati.
Frazzitta ha fatto
presente che in base alle trascrizioni, la frase viene detta prima che
lei scavalcasse il muretto e schiacciasse il pennuto, ma l'imputata ha
ribadito che quella frase è stata pronunciata mentre stava scendendo. Si
è difesa Jessica Pulizzi, ribadendo più volte che lei non c'entra nulla
con la scomparsa di Denise. Rispondendo alle domande del Pm, ha detto
che a settembre 2004 non era a conoscenza che suo padre era il papà di
Denise, affermando comunque di avere saputo da una conoscente incontrata
in ospedale di avere avuto una sorellina. Dopo quell'episodio Jessica
chiese spiegazioni al padre che, secondo le sue dichiarazioni, le ha
negato di avere avuto una figlia, giurando su di lei e sulla sorella
Alice. Solo in commissariato e dopo la scomparsa di Denise, viene a
conoscenza che quella bambina è sua sorella. Molte le contraddizioni in
cui è caduta l'imputata. Alcune riguardano delle frasi che l'accusa e la
parte civile con i verbali alla mano gli contestano.
La prima:
"Io a casa ci la purtai" che Jessica dichiara di non aver mai detto. Ed
ancora: "Nun ci lu ricu dunne a mise" e "A picciridda asciddricò". Si è
difesa Jessica Pulizzi, negando di aver preso Denise la mattina del 1°
settembre 2004. Risulta poco chiara però la ricostruzione di quella
mattinata. Jessica dice di essere stata, prima dal meccanico per fare il
tagliando al motorino, di essere tornata a casa e di essere andata con
la sorella Alice a fare un prelievo del sangue in un centro di analisi.
Su questo punto il PM le contesta il fatto che non risulta nessun
rimborso per quella prestazione sanitaria. E alla domanda successiva del
PM, che le chiede se ricorda di aver tenuto i risultati di quegli
esami, Jessica ha detto di non ricordarlo. Successivamente dice di
essere andata al mercatino e dopo all'Istituto Commerciale. Anche qui
una contestazione, secondo la quale nel verbale del 30/03/2005 Jessica
affermava di essersi recata prima all'Istituto Commerciale e dopo al
mercatino.
Altra domanda del PM e altro imbarazzo arrivano
quando viene chiesto come mai non ha parlato di questi spostamenti del
1° settembre 2004 negli interrogatori del 2 e 3 e lo fa solo l'11 di
settembre. La Pulizzi risponde che si era chiusa in se stessa per le
accuse che gli inquirenti gli muovevano e solo l'11 ha capito che era
meglio raccontare la verità, per dire che lei non c'entrava nulla con la
scomparsa di Denise. Molti non so e non ricordo, tante negazioni e
altrettante contraddizioni hanno caratterizzato l'esame della Pulizzi.
Un fatto del tutto inedito è emerso dalla deposizione, quando,
rispondendo alle domande dell'Avv. Frazzitta, Jessica Pulizzi dice di
aver pensato che il padre poteva essere il responsabile della scomparsa
di Denise perché era l'unica persona che cercavano i poliziotti
nell'immediatezza.
"Ha perso un'occasione per dire la verità.
Le sue giustificazioni sono poco credibili, e i tanti fatti discordanti
venuti oggi alla luce confermano le bugie dette sin dall'inizio". Così
Piera Maggio ha commentato le parole di Jessica Pulizzi. Rilasciando le
dichiarazioni ai giornalisti, la mamma di Denise ha voluto inoltre
sottolineare il fatto che la Pulizzi non ha mai avuto il coraggio di
guardare la foto di sua figlia che l’avv. Frazzitta le ha fatto porre
dinanzi, e come non sia mai riuscita nemmeno una volta durante tutta
l’udienza a pronunciare il nome Denise. La prossima udienza è stata
fissata il 26 febbraio alle ore 9.00. ( Fonte:marsala.it)
Nessun commento:
Posta un commento