Denise : Jessica Pulizzi si dichiara innocente, ma per il PM si contraddice
Marsala (Trapani), 19/2/2013 - Nella trentesima udienza del processo per il sequestro di Denise Pipitone, ha deposto l’imputata Jessica Pulizzi. “In commissariato, quando mi interrogarono tra l'1 e il 2 settembre, mi dicevano che ero stata io a prendere Denise. Allora, io ho rifiutato di parlare. Successivamente, ho ripreso a parlare per far capire che io non c'entravo nulla”, ha detto ribadendo la sua innocenza e dichiarato di aver appreso solo dieci giorni dopo la scomparsa che la bambina fosse nata quasi 4 anni prima dalla relazione tra suo padre Pietro e Piera Maggio. A dirglielo, mentre era in commissariato con i suoi genitori, era stata la madre, Anna Corona, e subito dopo arrivò la conferma di Pietro Pulizzi. Ma il pm Sabrina Carmazzi le ha contestato che Fabrizio Foggia, suo ex fidanzato, in una precedente udienza aveva detto che lei sapeva della gravidanza e aveva sospetti proprio sul padre. Jessica Pulizzi ha detto di aver interrotto i rapporti con il padre da quando ha ricevuto l'avviso di garanzia: “Ho capito che anche lui sospettava di me”. Alle domande perché, quando fu interrogata per la prima volta “fornì un numero di telefono cellulare non più attivo da quasi un mese, e cioè dal 3 agosto 2004” e come mai al padre che le chiedeva se nella mattinata del primo settembre 2004 era andata al mercatino rispose di no, mentre, invece, come da lei stesso poi dichiarato c'era andata “per comprare un panino e degli slip”, l’imputata ha risposto di aver dato quel numero di telefono perché non ricordava quello nuovo e di avere detto no al padre perché il mercatino quel giorno non lo percorse tutto come al solito. La sorellastra di Denise ha confermato quanto affermato il 30 marzo 2005, quando agli inquirenti dichiarò di avere saputo nella primavera del 2004 da un negoziante di Mazara che suo padre aveva comprato vestiti a Piera Maggio: “Poi ho bucato con un coltellino di un portachiavi le ruote dell'auto di Piera Maggio, una Fiat Punto bianca. Ricordavo il numero di targa”. “Rinfacciai a mio padre - ha proseguito l'imputata - che non aveva soldi per me e invece li aveva per altre”. Altre contestazioni del pm hanno riguardato contraddizioni tra quanto dichiarato in aula e quanto da lei messo a verbale nel 2005 sul fatto che fosse a conoscenza o meno della relazione tra il padre e Piera Maggio e su dove lei incontrasse quest’ultima. In risposta ha affermato di aver telefonato alla madre di Denise ne 1999, per suggerirle di “stare lontana” da suo padre. Rispondendo alle domande dell'avvocato di parte civile Giacomo Frazzitta, che gli ha chiesto: “La bambina l'ha presa lei?”, Jessica Pulizzi ha risposto: “No”, dichiarando di non ricordare bene dov'era stata tra le 11 e le 12:30 del primo settembre 2004 e negando di avere pronunciato a bassa voce con la madre Anna Corona la frase “a casa c'ha purtai”. Sempre durante il controesame condotto dall'avv. Frazzitta, è emerso che Jessica Pulizzi ha già patteggiato una condanna per favoreggiamento. Una vicenda relativa ad una lite tra un suo ex fidanzato e un altro giovane che fu ferito con un coltello. Il processo proseguirà il 26 febbraio, con i primi i testi citati dagli avvocati difensori Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre. “Jessica ha perso un'altra occasione per dire la verità. Troppe le sue contraddizioni e poco credibili le sue giustificazioni”, ha commentato al termine dell’udienza Piera Maggio. Fonte:
http://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/News/ContentItem-8809b200-5d3b-4ead-9dc7-e6a47c552b9f.html
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