mercoledì 19 giugno 2013

Caso Denise. Parti Civili: "Non chiediamo risarcimento, vogliamo Denise". Oggi è il turno della difesa


Mercoledì 19 Giugno 2013 07:27
Caso Denise. Parti Civili: "Non chiediamo risarcimento, vogliamo Denise". Oggi è il turno della difesa
 
"Gli infanti devono essere tutelati. Togliere una bimba dal contesto familiare è un omicidio e non può che avere una pena massima. La piccola Denise che manca da nove anni che valore può avere? Noi non vogliamo soldi dall'imputata. Avremmo potuto chiedere un euro come un miliardo, ma da Jessica Pulizzi vogliamo Denise Pipitone.
Come diceva Dante, solo tre cose sono rimaste nel paradiso: i fiori, le stelle e i bambini". Così, ieri, ha concluso la sua comparsa conclusionale davanti al Tribunale di Marsala presieduto da Riccardo Alcamo, l'avv. Giacomo Frazzitta difensore di parte civile di Piera Maggio, madre di Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo, scomparsa il 1 settembre 2004. L'avvocato Frazzitta ha ripercorso le tappe salienti di questo processo, dicendo ai giudici di essere dinanzi ad un evento storico della giustizia italiana.
Non sono mancate, dal parte del difensore, le stoccate nei confronti della Procura di Marsala. "Nel 2004 la Procura ci ha marciato, dicendo di non essere riuscita a trovare subito Denise, perchè Piera Maggio non aveva detto che la piccola era figlia del peccato". Ma come, si chiede l'avv. Frazzitta: "Piera Maggio alle 15.15 del primo settembre 2004 denuncia Anna Corona, spogliandosi di tutta la sua privacy. La denuncia per via delle minacce ricevute e delle telefonate intimidatorie nei confronti del figlio Kevin".

Frazzitta ha continuato analizzando la condotta della Pulizzi. Jessica indica un'utenza telefonica falsa, indica testimoni falsi, nasconde immediatamente il cattivo rapporto con Piera Maggio.
Questo secondo l'avvocato è sintomo di univocità tra il movente e la condotta dell'imputata. E ancora le frasi che vengono pronunciate dalla Pulizzi, con le quali rassegna delle confessioni che diventano fondamentali. "A casa c'ha purtà" che Jessica dice alla madre in commissariato, è certa sia dal punto di vista oggettivo che soggettivo. "L'argomento di cui stanno parlando - continua l'avv. Frazzitta - è Denise". "Per tutte le false testimonianze, per le mezze verità, per le confessioni date con le frasi intercettate, per essere nella zona del rapimento, per tutti questi motivi- ha concluso l'avv. Frazzitta - questa parte civile chiede al Tribunale rifacendosi alle richieste del pm, di far in modo che non ci siano ladri di bambini impuniti". Parte civile - Tony Pipitone - Dopo Frazzitta è toccato all'avvocato Luisa Calamia, difensore di parte civile di Tony Pipitone, padre leggittimo di Denise, fare la comparsa conclusionale. "Denise - attacca l'avv. Calamia - è stata strappata agli affetti dei familiari e ai genitori che l'hanno cresciuta. Antonino Pipitone è la persona che Denise chiama papà, è lui il padre legittimo. Senza nulla togliere a Piero Pulizzi, vero padre di Denise". Tony Pipitone è stato sin dall'inizio oggetto d'indagine dal primo settembre 2004. Viene sentito nel dicembre 2010, dicendo di essere stato a lavoro. Dice le sue verità e dice di avere dei sospetti. Tony Pipitone, quando capisce che la moglie aveva dei rapporti amicali con la famiglia della Corona, dice di lasciarli stare, dicendole che non sono alla loro all'altezza.

Il 20 dicembre 2010, agli inquirenti Tony Pipitone descrive alcuni episodi in cui lui stesso viene coinvolto di atteggiamenti da parte di Anna Corona e Jessica Pulizzi. Li ha riferiti. Incontra Anna Corona in centro a Mazara del Vallo. Nell'incontrarla si accorge che lei comincia a fissare non tanto lui ma la figlia che si trova nel sedile posteriore. E poi altri episodi, come l'inseguimento all'interno del supermercato. Gli alibi di Jessica Pulizzi del 1 settembre 2004 cadono inesorabilmente. Non è solo la mancanza di alibi, ma sui non ricordo e sulle reticenze che vanno contestualizzate le parole dell'imputata. C'è l'ossessione, c'è la sua gelosia per Piera Maggio e c'è l'episodio dello squarcio delle gomme dell'auto.Esistono le prove e in questo dibattimento sono le intercettazioni telefoniche. L'intercettazione più importante è del 24 novembre 2004. Perchè è fatta nelle vicinanze del motorino dell'imputata e per il contenuto. I due interlocutori uomini che parlano dicono: "Va pigghia a Denise. Ma dove la devo portare, ma Peppe chi ti risse?". Avv. Calamia: "Se il 24 novembre 2004, a quasi tre mesi di distanza dalla scomparsa, questi due uomini si chiedono dov'è Denise e dove doveva essere portata, è perchè Denise era ancora Mazara ed era ed è ancora viva". Rifacendosi alle conclusioni dei pubblici ministeri e alle altre parti civili, l'avv. Calamia ha concluso dicendo che ci sono elementi troppo chiari che ci dicono che è stata Jessica a rapire Denise". Parte civile - Piero Pulizzi - Infine per le parti civili ha chiuso l'avvocato Vito Perricone, difensore di Piero Pulizzi, papà di Denise. Avv. Perricone: "Piero Pulizzi vuole ottenere giustizia. Non è contro una figlia o per difendere l'altra, ma per seguire la verità. Il processo ha dimostrato che si sono trovati tutti gli elementi che portano ad un'unica responsabilità, quella di Jessica Pulizzi. Ha mentito sugli alibi che non ha. E' stata smentita dai testi, ecc. Mente perchè ha una ragione per mentire. A fronte di tutto questo Piero Pulizzi rivolge un appello alla figlia Jessica. Chiede un atto di carità e di umanità. Non chiede risarcimenti, l'unica cosa che si possa chiedere, l'unico risarcimento possibile è chiedere di riavere Denise per lui e per la Madre". Oggi sarà la volta degli avvocati della difesa. Giorno 25 giugno il Tribunale si ritirerà in camera di consiglio. (Fonte: Marsala.it)

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